A CHI
CI SOSTIENE, A CHI CI CONTRASTA,
A CHI SI RENDE
COMPLICE
CON IL SUO SILENZIO
«Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché
rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi
stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato,
perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi
niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era
rimasto nessuno a protestare» M. Niemoller
Un abbraccio a chi ha fornito,
nei tempi e nei modi che ha ritenuto personalmente opportuni, sostegno alle
varie iniziative svolte in questi ultimi mesi estivi (un incontro NO TAV nel
mese di luglio a Bobbio, quattro
iniziative sulla questione
migranti, di cui due a Travo e due a Bobbio e da ultimo un incontro antifascista il 7 settembre a Bobbio in piazza
Duomo), oltre ai vari volantinaggi tra le vie
di Bobbio e di altri paesi della valle e supporto a chi ha subito atti
persecutori e intimidatori da parte dei carabinieri e dalla polizia municipale
del comune di Bobbio oltre a una denuncia di diffamazione dal sindaco di Bobbio
Pasquali Roberto.
Che sia chiaro nessun vittimismo e mai nessuna credibilità alle forze dell’
“ordine”.
Conosciamo bene questa vallata
come il resto del territorio piacentino e mai ci siamo illusi che ci potesse
essere una grande partecipazione a una mobilitazione conflittuale e apartitica contro
un comune, che istituendo un regolamento fascista, nega le piazze di Bobbio a
chi non ottiene il patrocinio dalla Giunta Comunale. Riteniamo che Pasquali e i
suoi seguaci abbiano valutato la possibilità di emanare tale regolamento
prevedendo la misera risposta che poteva arrivare da un territorio poco
reattivo e partecipe alle questioni
politiche.
Abbiamo sempre evidenziato che
tale “specifica” questione valica ogni confine geografico, poiché negare uno
spazio pubblico è una scelta politica che dovrebbe scuotere e conseguentemente
essere contrastata da chi si ritiene antifascista e anche dagli alfieri della
“democrazia”…
Ma dal dire al fare sappiamo bene
che cosa c’è di mezzo ed è certamente più comodo minimizzare la questione
definendola una semplice diatriba tra il
comune e il Comitato Emilio Canzi e
negando il fatto che qui c’è in gioco la libertà di tutti e non solo degli
attivisti del Comitato.
Mai abbiamo pensato di uscire
pubblicamente con altre realtà locali:
ognuna di loro però poteva spezzare il proprio miserabile silenzio e
partecipare alle varie iniziative pubbliche. Ma il disinteresse e la paura di
essere accostati a chi non stende il tappeto rosso a forze dell’”ordine”, politici,
rappresentanti istituzionali e creature simili, ha preso per molti bravi cittadini (non solo i bobbiesi, da molti di loro non ci aspettiamo nulla),
associazioni e comitati, il sopravvento.
L’ importante è fare come l’ANPI:
organizzare l’ennesima commemorazione
istituzionale (chissà il povero Canzi quante volte si sarà girato nella tomba)
a pochi km da Bobbio o inaugurare lapidi in ricordo dei partigiani al fianco
del sindaco di Bobbio e disinteressarsi totalmente che le piazze vengono negate a chi esprime da sempre
contenuti e pratiche antifasciste.
Lasciamo pure il patentino di
antifascista e la bandierina tricolore a chi sfila diligentemente per il
25 aprile già da troppo tempo annacquato dalla retorica “democratica” e a chi falsifica la storia riducendo la lotta
partigiana all’ esperienza che ha prodotto la santificata costituzione di uno Stato che ha arrestato “banditi”(ex partigiani)
e graziato fascisti per ricollocarli ai piani alti del mortifero potere.
L’ importante comportarsi come
chi brontola quotidianamente sui social, davanti a un bancone di un bar o
durante un aperitivo in un bel locale alla moda o alternativo che sia. Ma
quando bisogna scendere in strada, partecipare a un incontro pubblico ed
esprimere il proprio punto di vista ci si nasconde dietro alle tastiere, nella
paura di creare dissapori, conflitti che scuotano una sempre più opprimente e
violenta pacificazione sociale.
Il disastro ambientale che viviamo oggi non sarà certamente risolto
con una pennellata di verde sostenibile, di
cui parecchie realtà ambientaliste istituzionali si fanno portavoce, evitando
di porre in discussione le reali fonti di distruzione socio ambientale, l’ apparato industriale e
tecnologico. Il mondo comodo e confortevole propinato dal dominio tecnologico
sempre più invasivo e le strumentalizzazioni politiche sono in grado di isolarci, allontanarci dai reali
problemi e creare una “guerra tra poveri” fatta di odio, disprezzo e rancore. Ci
vogliono omologare ai dettami proclamati dai politicanti e tecnocrati di turno,
delegati per mezzo del voto elettorale,
a definire il nostro presente e il nostro futuro che bisogna al più presto
riprenderci nelle nostre mani. Nella società normalizzante e addomesticatrice,
la politica e l’ economia distruggono ogni residuo di vita comune e con essa
solidarietà e mutuo appoggio. Non si ha nessuna intenzione di
autoresponsabilizzarsi, di confrontarsi, di porre in reale discussione la
”propria e unica verità”. Società escludente, operativa nell’omologare altre
identità, ostacolare altri cammini, criminalizzare altre voci che si pongono
fieramente in contrasto con il
vergognoso e vigliacco coro ben
funzionale a mascherare gli attacchi mortali dell’ingiustizia sociale.
Prendiamo atto dell’importanza
che il caro sindaco Roberto Pasquali ci
ha dedicato, visto che il fantomatico regolamento è indirizzato, ad oggi, all’unica
realtà interessata ad esprimere contenuti
politici e culturali (e non dedicarsi a
patatine e salamelle) ben distanti dalle sue politiche escludenti, securitarie e palesemente
autoritarie.
Siamo di fronte all’ennesima dimostrazione che il “Re
è nudo” e ha paura anche della propria ombra!
Per noi attaccare politicamente
il Comune di Bobbio, creare iniziative pubbliche sul territorio, tessere
relazioni e collaborazioni, prendere voce in maniera critica riguardo a
questioni di interesse locale e di più
ampio respiro, vuol dire creare percorsi politici dal basso, chiaramente fuori
da ogni logica partitica e istituzionale.
Contro ogni rassegnazione
e intimidazione. Ieri come oggi, non un passo indietro. A testa
alta !
Una risata vi seppellirà.
settembre 2019
COMITATO EMILIO CANZI