sabato 28 settembre 2019

A CHI CI SOSTIENE, A CHI CI CONTRASTA, A CHI SI RENDE COMPLICE CON IL SUO SILENZIO

comunicato:



A  CHI  CI  SOSTIENE,  A CHI  CI  CONTRASTA,  A CHI  SI RENDE  COMPLICE  CON IL  SUO  SILENZIO

«Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare» M. Niemoller

Un abbraccio a chi ha fornito, nei tempi e nei modi che ha ritenuto personalmente opportuni, sostegno alle varie iniziative svolte in questi ultimi mesi estivi (un incontro NO TAV nel mese di luglio a Bobbio, quattro  iniziative  sulla questione migranti, di cui due a Travo e due a Bobbio  e da ultimo un  incontro  antifascista il 7 settembre a Bobbio in piazza Duomo), oltre ai vari volantinaggi tra le vie  di Bobbio e di altri paesi della valle e supporto a chi ha subito atti persecutori e intimidatori da parte dei carabinieri e dalla polizia municipale del comune di Bobbio oltre a una denuncia di diffamazione dal sindaco di Bobbio Pasquali Roberto. 
 Che sia chiaro nessun vittimismo e  mai nessuna credibilità alle forze dell’ “ordine”.

Conosciamo bene questa vallata come il resto del territorio piacentino e mai ci siamo illusi che ci potesse essere una grande partecipazione a una mobilitazione conflittuale e apartitica contro un comune, che istituendo un regolamento fascista, nega le piazze di Bobbio a chi non ottiene il patrocinio dalla Giunta Comunale. Riteniamo che Pasquali e i suoi seguaci abbiano valutato la possibilità di emanare tale regolamento prevedendo la misera risposta che poteva arrivare da un territorio poco reattivo  e partecipe alle questioni politiche.

Abbiamo sempre evidenziato che tale “specifica” questione valica ogni confine geografico, poiché negare uno spazio pubblico è una scelta politica che dovrebbe scuotere e conseguentemente essere contrastata da chi si ritiene antifascista e anche dagli alfieri della “democrazia”…

Ma dal dire al fare sappiamo bene che cosa c’è di mezzo ed è certamente più comodo minimizzare la questione definendola una semplice diatriba  tra il comune e il Comitato Emilio Canzi e negando il fatto che qui c’è in gioco la libertà di tutti e non solo degli attivisti del Comitato.

Mai abbiamo pensato di uscire pubblicamente  con altre realtà locali: ognuna di loro però poteva spezzare il proprio miserabile silenzio e partecipare alle varie iniziative pubbliche. Ma il disinteresse e la paura di essere accostati a chi non stende il tappeto rosso a forze dell’”ordine”, politici, rappresentanti istituzionali e creature simili, ha preso per molti bravi cittadini (non solo i bobbiesi, da molti di loro non ci aspettiamo nulla), associazioni e comitati, il sopravvento.

L’ importante è fare come l’ANPI: organizzare l’ennesima  commemorazione istituzionale (chissà il povero Canzi quante volte si sarà girato nella tomba) a pochi km da Bobbio o inaugurare lapidi in ricordo dei partigiani al fianco del sindaco di Bobbio e  disinteressarsi  totalmente che le piazze vengono negate a chi esprime da sempre contenuti e pratiche antifasciste.

Lasciamo pure il patentino  di  antifascista e la bandierina tricolore a chi sfila diligentemente per il 25 aprile già da troppo tempo annacquato dalla retorica “democratica” e  a chi falsifica la storia riducendo la lotta partigiana all’ esperienza che ha prodotto la santificata costituzione di uno Stato che ha arrestato “banditi”(ex partigiani) e graziato fascisti per ricollocarli ai piani alti del mortifero potere.
L’ importante comportarsi come chi brontola quotidianamente sui social, davanti a un bancone di un bar o durante un aperitivo in un bel locale alla moda o alternativo che sia. Ma quando bisogna scendere in strada, partecipare a un incontro pubblico ed esprimere il proprio punto di vista ci si nasconde dietro alle tastiere, nella paura di creare dissapori, conflitti che scuotano una sempre più opprimente e violenta pacificazione sociale.
Il disastro ambientale  che viviamo oggi non sarà certamente risolto con una pennellata di verde sostenibile, di cui parecchie realtà ambientaliste istituzionali si fanno portavoce, evitando di porre in discussione le reali fonti di distruzione  socio ambientale, l’ apparato industriale e tecnologico. Il mondo comodo e confortevole propinato dal dominio tecnologico sempre più invasivo e le strumentalizzazioni politiche sono  in grado di isolarci, allontanarci dai reali problemi e creare una “guerra tra poveri” fatta di odio, disprezzo e rancore. Ci vogliono omologare ai dettami proclamati dai politicanti e tecnocrati di turno, delegati  per mezzo del voto elettorale, a definire il nostro presente e il nostro futuro che bisogna al più presto riprenderci nelle nostre mani. Nella società normalizzante e addomesticatrice, la politica e l’ economia distruggono ogni residuo di vita comune e con essa solidarietà e mutuo appoggio. Non si ha nessuna intenzione di autoresponsabilizzarsi, di confrontarsi, di porre in reale discussione la ”propria e unica verità”. Società escludente, operativa nell’omologare altre identità, ostacolare altri cammini, criminalizzare altre voci che si pongono fieramente in contrasto con il  vergognoso  e vigliacco coro ben funzionale a mascherare gli attacchi mortali dell’ingiustizia sociale.

Prendiamo atto dell’importanza che il caro sindaco Roberto  Pasquali ci ha dedicato, visto che il fantomatico regolamento è indirizzato, ad oggi, all’unica realtà interessata ad esprimere  contenuti politici e culturali (e non dedicarsi a patatine e salamelle) ben distanti  dalle sue  politiche escludenti, securitarie e palesemente autoritarie. 

Siamo di fronte all’ennesima dimostrazione che   il  “Re è nudo” e ha paura anche della propria ombra!

Per noi attaccare politicamente il Comune di Bobbio, creare iniziative pubbliche sul territorio, tessere relazioni e collaborazioni, prendere voce in maniera critica riguardo a questioni  di interesse locale e di più ampio respiro, vuol dire creare percorsi politici dal basso, chiaramente fuori da ogni logica partitica e istituzionale.

Contro  ogni  rassegnazione  e  intimidazione.  Ieri come oggi, non un passo indietro. A testa alta !
Una  risata vi seppellirà.


settembre 2019                             
                                                COMITATO  EMILIO CANZI