domenica 29 settembre 2019

LAGER   DI   STATO
 
I LAGER  DELLA  DEMOCRAZIA  PER  I  MIGRANTI  SENZA  DOCUMENTO


VENERDI'   11   OTTOBRE  ORE  18:30

presso la Cooperativa popolare Infrangibile - via Alessandria 16 - PIACENZA
a seguire  buffet vegan di autofinanziamento per il Comitato Emilio Canzi





SABATO  12  OTTOBRE  ORE  14:30 - PIAZZALE PIOLA - MILANO

CORTEO   CONTRO   I  CPR  e   I   DECRETI   SALVINI

comunicato su Fb - mai più lager no cpr



 

sabato 28 settembre 2019

A CHI CI SOSTIENE, A CHI CI CONTRASTA, A CHI SI RENDE COMPLICE CON IL SUO SILENZIO

comunicato:



A  CHI  CI  SOSTIENE,  A CHI  CI  CONTRASTA,  A CHI  SI RENDE  COMPLICE  CON IL  SUO  SILENZIO

«Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare» M. Niemoller

Un abbraccio a chi ha fornito, nei tempi e nei modi che ha ritenuto personalmente opportuni, sostegno alle varie iniziative svolte in questi ultimi mesi estivi (un incontro NO TAV nel mese di luglio a Bobbio, quattro  iniziative  sulla questione migranti, di cui due a Travo e due a Bobbio  e da ultimo un  incontro  antifascista il 7 settembre a Bobbio in piazza Duomo), oltre ai vari volantinaggi tra le vie  di Bobbio e di altri paesi della valle e supporto a chi ha subito atti persecutori e intimidatori da parte dei carabinieri e dalla polizia municipale del comune di Bobbio oltre a una denuncia di diffamazione dal sindaco di Bobbio Pasquali Roberto. 
 Che sia chiaro nessun vittimismo e  mai nessuna credibilità alle forze dell’ “ordine”.

Conosciamo bene questa vallata come il resto del territorio piacentino e mai ci siamo illusi che ci potesse essere una grande partecipazione a una mobilitazione conflittuale e apartitica contro un comune, che istituendo un regolamento fascista, nega le piazze di Bobbio a chi non ottiene il patrocinio dalla Giunta Comunale. Riteniamo che Pasquali e i suoi seguaci abbiano valutato la possibilità di emanare tale regolamento prevedendo la misera risposta che poteva arrivare da un territorio poco reattivo  e partecipe alle questioni politiche.

Abbiamo sempre evidenziato che tale “specifica” questione valica ogni confine geografico, poiché negare uno spazio pubblico è una scelta politica che dovrebbe scuotere e conseguentemente essere contrastata da chi si ritiene antifascista e anche dagli alfieri della “democrazia”…

Ma dal dire al fare sappiamo bene che cosa c’è di mezzo ed è certamente più comodo minimizzare la questione definendola una semplice diatriba  tra il comune e il Comitato Emilio Canzi e negando il fatto che qui c’è in gioco la libertà di tutti e non solo degli attivisti del Comitato.

Mai abbiamo pensato di uscire pubblicamente  con altre realtà locali: ognuna di loro però poteva spezzare il proprio miserabile silenzio e partecipare alle varie iniziative pubbliche. Ma il disinteresse e la paura di essere accostati a chi non stende il tappeto rosso a forze dell’”ordine”, politici, rappresentanti istituzionali e creature simili, ha preso per molti bravi cittadini (non solo i bobbiesi, da molti di loro non ci aspettiamo nulla), associazioni e comitati, il sopravvento.

L’ importante è fare come l’ANPI: organizzare l’ennesima  commemorazione istituzionale (chissà il povero Canzi quante volte si sarà girato nella tomba) a pochi km da Bobbio o inaugurare lapidi in ricordo dei partigiani al fianco del sindaco di Bobbio e  disinteressarsi  totalmente che le piazze vengono negate a chi esprime da sempre contenuti e pratiche antifasciste.

Lasciamo pure il patentino  di  antifascista e la bandierina tricolore a chi sfila diligentemente per il 25 aprile già da troppo tempo annacquato dalla retorica “democratica” e  a chi falsifica la storia riducendo la lotta partigiana all’ esperienza che ha prodotto la santificata costituzione di uno Stato che ha arrestato “banditi”(ex partigiani) e graziato fascisti per ricollocarli ai piani alti del mortifero potere.
L’ importante comportarsi come chi brontola quotidianamente sui social, davanti a un bancone di un bar o durante un aperitivo in un bel locale alla moda o alternativo che sia. Ma quando bisogna scendere in strada, partecipare a un incontro pubblico ed esprimere il proprio punto di vista ci si nasconde dietro alle tastiere, nella paura di creare dissapori, conflitti che scuotano una sempre più opprimente e violenta pacificazione sociale.
Il disastro ambientale  che viviamo oggi non sarà certamente risolto con una pennellata di verde sostenibile, di cui parecchie realtà ambientaliste istituzionali si fanno portavoce, evitando di porre in discussione le reali fonti di distruzione  socio ambientale, l’ apparato industriale e tecnologico. Il mondo comodo e confortevole propinato dal dominio tecnologico sempre più invasivo e le strumentalizzazioni politiche sono  in grado di isolarci, allontanarci dai reali problemi e creare una “guerra tra poveri” fatta di odio, disprezzo e rancore. Ci vogliono omologare ai dettami proclamati dai politicanti e tecnocrati di turno, delegati  per mezzo del voto elettorale, a definire il nostro presente e il nostro futuro che bisogna al più presto riprenderci nelle nostre mani. Nella società normalizzante e addomesticatrice, la politica e l’ economia distruggono ogni residuo di vita comune e con essa solidarietà e mutuo appoggio. Non si ha nessuna intenzione di autoresponsabilizzarsi, di confrontarsi, di porre in reale discussione la ”propria e unica verità”. Società escludente, operativa nell’omologare altre identità, ostacolare altri cammini, criminalizzare altre voci che si pongono fieramente in contrasto con il  vergognoso  e vigliacco coro ben funzionale a mascherare gli attacchi mortali dell’ingiustizia sociale.

Prendiamo atto dell’importanza che il caro sindaco Roberto  Pasquali ci ha dedicato, visto che il fantomatico regolamento è indirizzato, ad oggi, all’unica realtà interessata ad esprimere  contenuti politici e culturali (e non dedicarsi a patatine e salamelle) ben distanti  dalle sue  politiche escludenti, securitarie e palesemente autoritarie. 

Siamo di fronte all’ennesima dimostrazione che   il  “Re è nudo” e ha paura anche della propria ombra!

Per noi attaccare politicamente il Comune di Bobbio, creare iniziative pubbliche sul territorio, tessere relazioni e collaborazioni, prendere voce in maniera critica riguardo a questioni  di interesse locale e di più ampio respiro, vuol dire creare percorsi politici dal basso, chiaramente fuori da ogni logica partitica e istituzionale.

Contro  ogni  rassegnazione  e  intimidazione.  Ieri come oggi, non un passo indietro. A testa alta !
Una  risata vi seppellirà.


settembre 2019                             
                                                COMITATO  EMILIO CANZI

lunedì 16 settembre 2019

MODIFICHE AI DECRETI SICUREZZA? UNA TEMPESTA IN UN BICCHIERE D' ACQUA

https://radioblackout.org/2019/09/modifiche-ai-decreti-sicurezza-una-tempesta-in-un-bicchiere-dacqua/                
                             DA  RADIO  BLACKOUT     www.radioblackout.org



                                       Macchine  travestite da "donne" e da "uomini"...
                                                   fredde, rigide, distaccate
                                               silenziose, ubbidienti, servili....
                                          commento del Comitato Emilio Canzi

                         


Il 5 agosto di quest’anno il senato ha approvato in maniera definitiva il pacchetto sicurezza bis varato dal governo giallo-verde.

Una settimana dopo il ministro dell’Interno ha sfiduciato il governo. Aveva incassato quello che voleva e giocava la carta elettorale. Calcolo sbagliato, autogoal: si costituisce una nuova maggioranza che da vita ad un governo Giallo-Rousseau.
Il governo, la cui componente PD e LEU pareva puntare ad una cancellazione dei due decreti sicurezza, in realtà si limiterà a qualche ritocco. Poco, quasi nulla. La sostanza resta la stessa e disegna un quadro di criminalizzazione delle insorgenze sociali e persino della mera solidarietà, molto grave.

I due pacchetti sicurezza del governo colpiscono gli immigrati e chi lotta contro un ordine politico e sociale violento ed ingiusto.
L’ultimo
provvedimento stabilisce che chi presta soccorso ai naufraghi rischi multe da 150.000 a un milione di euro se rifiuta riportare uomini, donne e bambini nell’inferno dei lager libici. Chi lo fa subisce anche il sequestro della nave. Questo provvedimento non tocca solo le imbarcazioni delle ONG che pattugliano il mare con lo scopo di soccorrere i naufraghi, ma ogni nave. La gente di mare dovrà scegliere se diventare complice degli assassini di Stato o perdere la barca e il lavoro.
Infatti nell’articolo 1 del decreto bis, si sancisce il divieto di transito, ingresso o sosta di navi in territorio nazionale, in misura precauzionale nei confronti di quell’attentato alla sicurezza che sarebbe il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Queste sanzioni possono essere applicate congiuntamente a quelle penali nel caso sussistano i presupposti di reato legati all’immigrazione irregolare.
Per infiltrare spie sulle barche delle ONG o delle navi dei pescatori o adibite al trasporto commerciale nel Mediterraneo sono stati stanziati 3 milioni di euro da spendere entro il 2021.
La competenza per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina passa dalla procura locale a quella distrettuale, la prescrizione viene allungata, le intercettazioni diventano più facili.
Le modifiche annunciate da Conte sono basate sulle indicazioni di Mattarella sul rispetto delle convenzioni internazionali sottoscritte dall’Italia e sull’articolo 10 della Costituzione. In particolare la convenzione di Montego Bay prevede l’obbligo del soccorso ai naufraghi.
Nulla di più.

Il pacchetto sicurezza bis è un altro tassello di un puzzle repressivo che mette in seria discussione la possibilità di manifestare. La responsabilità individuale, che richiede ai PM l’onere della prova, cede il passo alla responsabilità collettiva, al punto che la mera partecipazione ad una manifestazione costituisce un’aggravante per una lunga serie di reati.
Il pacchetto bis perfeziona e rende più netto l’attacco ai movimenti sociali, già attuato con il precedente. La prima legge prevede che chi occupa una casa per dare un tetto a se e ai propri figli può essere condannato a lunghe pene detentive. I lavoratori che fanno un blocco per obbligare chi li sfrutta e deruba ogni giorno ad aumentare le paghe più soldi, allargare gli spazi di libertà, ridurre le ore di lavoro e i controlli elettronici rischiano detenzione sino a sei anni.
Le norme varate in agosto trasformano in comportamento criminale accendere un fumogeno o fare fuochi d’artificio, prevedendo pene da uno a quattro anni di carcere. L’adozione di strumenti di protezione dalla violenza della polizia può costare sino quattro anni.
Le pene per chi si copre il volto durante una manifestazione sono state quasi raddoppiate: reclusione da 2 a 3 anni e multa di 3000 euro.

Reati come resistenza, violenza a pubblico ufficiale o a corpo politico se commessi durante una manifestazione costituiscono un’aggravante. La pena per violenza privata raddoppia se si partecipa ad una lotta in piazza. Se il reato di danneggiamento avviene in un corteo costa sino a 5 anni di reclusione: due in più della pena prevista per la stessa condotta effettuata in qualsiasi altra circostanza.
Il reato di “devastazione e saccheggio” che è sanzionato con pene dagli 8 ai 15 anni, prevede un aumento della pena sino a 20 anni nel caso in cui il reato sia commesso nel corso di una manifestazione pubblica. La modifica è inserita tra le aggravanti speciali del secondo comma, sullo stesso piano del saccheggio di viveri, che costituisce un pericolo per il sostentamento della popolazione.

Viene costituito un corpo speciale di 800 poliziotti e carabinieri incaricati di dare la caccia a chi ha una condanna in definitiva ma non si è presentato volontariamente in carcere.
Una marea di soldi viene stanziata per aumentare stipendi, buoni mensa, assunzioni nei corpi di polizia e nei vigili del fuoco ormai militarizzati.
Questi provvedimenti non hanno nessuna intenzione di toccarli.
Molto deve cambiare perché la sostanza non muti.


Ne abbiamo parlato con l’avvocato Eugenio Losco:

Ascolta la diretta:
https://radioblackout.org/2019/09/modifiche-ai-decreti-sicurezza-una-tempesta-in-un-bicchiere-dacqua/