mercoledì 17 giugno 2020

DEVASTAZIONE AMBIENTALE e la "GREEN ECONOMY"...

 
 
 
 GIU  LE  MANI  DAI  FIUMI  TREBBIA  E  NURE !

DIGHE, BRIGLIE, CENTRALINE, ARGINI ARTIFICIALI, BARRIERE DI GHIAIA

 

DIGHE in  Val Nure: Nel 2017 il Consorzio di Bonifica di Piacenza e Iren  hanno incaricato  l’azienda privata Geotecna Progetti a pianificare alcuni progetti di costruzione di dighe sul fiume Nure. Nel dicembre 2018 il Consiglio dell’Unione dei Comuni dell’Alta Val Nure annuncia la commissione di uno studio relativo al fabbisogno idrico della vallata, ma causa rinnovo dei consigli comunali, non viene deliberato. Dal 2017 ad oggi il Consorzio di Bonifica  e Iren non hanno mai valutato la necessità di presentare pubblicamente i progetti alla popolazione della valle, dichiarando in mala fede che si sta  discutendo inutilmente poichè esistono solo ipotesi e non reali progetti. Il 31 agosto 2019 l’assessore regionale  alla sicurezza territoriale, difesa del suolo e della costa, la piacentina Paola Gazzolo annuncia il finanziamento di uno studio regionale finalizzato a quantificare il fabbisogno idrico dell’intera vallata. Ma perché non si calcola anche la dispersione della rete irrigua in Val Nure? E’ doveroso che tale studio non sia affidato a Iren e Consorzio di Bonifica di Piacenza, ma a soggetti politicamente indipendenti per evitare l’ennesimo  conflitto d’interessi.

I  TRE  PROGETTI: Il primo interessa la zona della media valle, tra le frazioni di Biana e Recesio. L’invaso raggiunge i 40 metri di altezza e ben  450 metri di larghezza. L’intervento prevede l’installazione di un impianto idroelettrico. Il secondo progetto pianifica una diga sul Nure all’altezza dell’abitato di Olmo di Farini, un secondo invaso sull’ affluente del Nure, il Rio Restano. Il torrente verrà intubato totalmente e si prevede l’installazione di una lunga condotta di collegamento tra i due invasi oltre a una deviazione del torrente Groppo Ducale e l’ installazione di una centralina idroelettrica. Il terzo progetto interessa più aree dell’alta val Nure: la prima diga interessa gli abitati di Gambaro, Prelo (le acque del lago artificiale andrebbero fino all’abitato di Rompeggio), Farini dove i progettisti prevedono la costruzione di una seconda diga e per concludere in bellezza, una bella condotta forzata di ben 15 km che collega i due invasi. Previste ben due centraline idroelettriche. Nel secondo e terzo progetto la diga raggiunge l’altezza di ben 80 metri e ogni progetto immagazzinerà 10 milioni di m3 di acqua.

ALCUNE  VALIDE  ALTERNATIVE: E’ necessario un risparmio idrico sia a livello civile, produttivo che agricolo con coltivazioni di varietà meno idroesigenti e non l’impiego di nuove tecnologie che utilizzano serre riscaldate (ricreando ambienti sempre più artificiali e iper costosi a livello energetico). Riteniamo fondamentale un reale miglioramento dell’efficienza delle reti, un risparmio nelle tecniche di distribuzione e di irrigazione, l’accumulo in bacini contigui alla rete di distribuzione o in casse di espansione (sulla carta lo prevede anche la Regione), irrigazione  a goccia, riutilizzo dell’acqua proveniente dai depuratori  e considerando la peculiarità del nostro territorio, pozzi in pianura nel bacino sotterraneo del Trebbia e del Nure e nella golena del Po, dove affiorano le acque sotterranee per l’abbondanza delle falde superficiali (quest’ultima alternativa è da sempre sostenuta dal geologo piacentino Giuseppe Marchetti).

Gli “illustri” soggetti pro diga (Federico Scarpa/Commissione invasi, Filippo Gasparini/Confagricoltura e Consorzio Servizi e Infrastrutture) sono  sempre ben attenti a non  muovere un dito a favore di progettualità che diano uno slancio reale all’agricoltura di montagna che da tempo sta inesorabilmente decadendo sotto la ghigliottina fiscale e la totale mancanza di sbocchi commerciali necessari per la valorizzazione dei prodotti locali. “Valorizzare le risorse montane”, ormai è il proclama più in auge tra i politicanti sia a livello nazionale che locale. Tale evanescente dichiarazione d’intenti è inserita in un’ottica prettamente strumentale che considera le “capacità del territorio” come fonti esclusivamente utili per aumentare i profitti delle varie aziende agroindustriali da sempre sostenute politicamente ed economicamente da enti statali e privati. Si presentano all’opinione pubblica come i veri paladini della gastronomia piacentina ma in realtà sono esclusivamente interessati a sostenere gli influenti imprenditori agroindustriali.

BRIGLIE, ARGINI ARTIFICIALI, DEVIAZIONI FORZATE/BARRIERE DI GHIAIA: Il Consorzio di Bonifica ha recentemente ottenuto ulteriori finanziamenti per costruire:  briglie su numerosi torrenti dell’ Appennino, e opere artificiali finalizzate a rafforzare gli argini del fiume Nure e Trebbia,  innalzati per difendere le numerose colate di cemento, in totale disprezzo del patrimonio ittico e ambientale. Il Consorzio ha recentemente innalzato nel greto del Trebbia, un devastante sbarramento di ghiaia trasversale che occupa tutto l’alveo del fiume a valle di Rivergaro, al fine di indirizzare le acque del fiume nel canale di irrigazione “Rio Villano”, ignorando le procedure finalizzate alla tutela dell’ambiente e della fauna definite dal Parco del Trebbia. Nulla di nuovo…Nella tarda primavera la Regione ha concesso la movimentazione di enormi quantitativi di ghiaia nell’alveo del fiume Trebbia al fine di dirigere e canalizzare il flusso delle acque (tra Dolgo e Quadrelli e a valle di Travo). Ogni anno il greto dei fiumi si sta sempre più trasformando in un canale artificiale in grado di aumentare  pericolosamente la  velocità  delle acque durante le piene autunnali e primaverili spesso  improvvise e violente, causate dal devastante cambiamento climatico. Campeggi, campi sportivi, strade e costruzioni civili o produttive realizzate in alveo o in fascia di esondazione dovrebbero essere urgentemente ricollocati altrove.

CENTRALINE: Dal novembre 2019 le tutele per i corsi d'acqua naturali  non vengono  rispettate  e sulle  montagne  si  continuano  a  costruire  centraline  idroelettriche, la cui convenienza è data solo dagli incentivi e non certo dalla quantità trascurabile di energia prodotta e ciò a danno degli ultimi torrenti naturali in Italia.

OPPOSIZIONE: E’ necessario sostenere un’opposizione totalmente distaccata dalle logiche partitiche e  un percorso che sia in grado di costruire una resistenza realmente popolare che non deleghi la lotta alle poche associazioni ambientaliste che spesso spingono per un’ opposizione di natura esclusivamente tecnica e filo-istituzionale. Bisogna contrastare le dighe qui come altrove ponendo in discussione un sistema energivoro solo in grado di dar risposta alla richiesta di futili bisogni strategicamente indotti da un sistema consumistico che sacrifica sull’altare del “Progresso”, la qualità di vita dell’intero ecosistema di cui le comunità umane fanno parte. E’ l’umanità che distrugge gli equilibri, non la Natura! E’ la società antropocentrica che uccide, alleva, tortura, schiavizza la specie animale. La distruzione del pianeta non potrà mai essere realmente fermata dai palliativi dettati dalla cosiddetta “economia verde” (economia sostenibile) che ha la finalità di trovare strategie tecno-industriali che permettono solo un rallentamento dell’enorme “macchina devastatrice”, ovverosia del sistema capitalistico sempre pronto a rimodellarsi ma mai a mollare la presa. Negli ultimi anni si è fatta cadere la responsabilità dell’inquinamento ambientale sul solo singolo individuo, che indubbiamente, in una società dei consumi e dello spettacolo, fa indubbiamente la sua parte, ma non possiamo permettere di consideralo l’unica causa della devastazione in corso da decenni. E’ necessario porre sotto torchio il sistema tecno-industriale. Bisogna arrestare le politiche del profitto che violentano e nello stesso tempo musealizzano una Madre Natura ormai mercificata e addomesticata in molte parti del globo dove anche la Civiltà tecnologica più “verde”, più “equa”, più “sostenibile” ci sta divorando giorno per giorno.

Forza! Non rassegnarti, l’indifferenza è complicità!

 

COMITATO  EMILIO  CANZI   

info.   www.comitatoemiliocanzi.blogspot.com               Fb Piacenza antirazzista

 

DIGHE   IN  VAL NURE

I  DUE  LUOGHI più apprezzati dai cementificatori...

 

NURE  all'altezza di  OLMO  DI  FARINI   

 
                         E la stretta e selvaggia valle del RIO  RESTANO  affluente del NURE

 

 



 

 ALLUVIONE  DEL  14.9.2015  - IL  FIUME  NURE  RIPRENDE I  SUOI  SPAZI 

paese  di FARINI

Alluvione  del 14.9.2015

LA  FORZA  DEL  NURE  DIVORA  LA STRADA  COSTRUITA AL FIANCO DEL FIUME ALL'ALTEZZA  DI  RECESIO

 

SBARRAMENTO  TRASVERSALE  CHE OCCUPA TUTTO  L'ALVEO  DEL FIUME TREBBIA  ALL'ALTEZZA  DI  RIVERGARO

L'acqua del fiume Trebbia vengono indirizzate nel canale irriguo "RIO VILLANO"


 Grandiosa  opera del Consorzio di Bonifica di Piacenza...Un applauso!!

 

I  FIUMI  TRASFORMATI  IN  CANALI

 
 

A  MONTE  e  A  VALLE  DI  TRAVO: 

 IL  TREBBIA  è parzialmente o totalmente CANALIZZATO  per  lunghi  tratti


a valle di TRAVO, all'altezza della piccolissima frazione di LAZZARETTO 

 è  COMPLETAMENTE  CANALIZZATO per  400  METRI

 
MONTAGNE  DI  GHIAIA  ALTE  METRI
 


il  tutto  per  costruire, con materiale proveniente dal bresciano, barriere a difesa di abitazioni costruite all'altezza del letto del fiume. ASSURDO!

Inoltre senza l'utilizzo di gabbioni contenenti i sassi del fiume trebbia, le prime piene consistenti muoveranno i massi granitici recentemente posizionati. Tali barriere sono  devastanti sia per la fauna ittica che per il paesaggio oltre ad essere ben poco funzionali.


Campeggi, campi sportivi, strade e costruzioni civili o produttive realizzate in alveo o in fascia di esondazione dovrebbero essere urgentemente ricollocati altrove!

 

in difesa della piccolissima frazione di  LAZZARETTO 


 

 BRIGLIE - I  TORRENTI  NATURALI  SOLO  UN  VECCHIO RICORDO? 

 

 
                                             NO  alle CENTRALINE  IDROELETTRICHE
 
nei  fiumi e torrenti  NATURALI