sabato 25 gennaio 2020

BOBBIO - LA CITTA' VETRINA

Stamattina a Bobbio abbiamo iniziato  a distribuire  il testo che pubblichiamo in questo post.
Nei prossimi giorni verrà volantino in tutta la Val Trebbia (Pc).



BOBBIO
LA  REALTA  ODIERNA  NEL “BORGO PIU BELLO D’ITALIA”

TRA “DECORO”, PIAZZE NEGATE, “SICUREZZA”,  CRIMINALIZZAZIONE  DEL  DISSENSO , COLATE  DI  CEMENTO  E GUERRA   AI  POVERI


Dal momento della nomina di “Borgo più bello d’Italia”, in molti si domandano se tutto quello che luccica è oro e se l’amministrazione comunale sarà in grado di mascherare certe crepe presenti nella sua “vetrina bobbiese”, sempre più paladina della nefasta ideologia della “sicurezza” e del “decoro”. Che sia chiaro, nessuno vuole negare il patrimonio architettonico, culturale e storico del borgo, ma non possiamo legittimare certe strumentali narrazioni che occultano scomode realtà. 

 A livello globale prende sempre più piede una politica che trasforma la povertà o l’agibilità degli spazi pubblici, in chiave securitaria nella quale estetica  e presunto ordine pubblico, diventano obiettivi da ottenere con ogni mezzo necessario. La destra e la sinistra istituzionale dal 2017, per mezzo del primo  dei due abominevoli Decreti Sicurezza, si sono muniti di uno nuovo strumento legislativo, il DASPO URBANO, finalizzato a criminalizzare e rimuovere coattivamente dallo spazio pubblico i parcheggiatori abusivi, i mendicanti che chiedono elemosina, gli ambulanti abusivi, i lavavetri, i rovistatori di cassonetti, gli occupanti di case,  gli attivisti politici, dipinti come minaccia al quieto vivere. Nemici da estirpare, Nemici da criminalizzare, Nemici che creano l’identità di una “comunità” spesso disumana, disgregata, apatica, incapace  di indirizzare la propria rabbia verso  chi sostiene un sistema basato sullo sfruttamento economico e sociale all’insegna di una difesa puramente classista e razziale dei consueti privilegi di chi detiene il mortifero potere. Nessuna guerra alla povertà ma solo guerra ai poveri e tra poveri! In una società dove oggettivamente sono in notevole  calo i fatti criminosi, definiti da un codice penale sempre più criminalizzante,  certe problematiche di natura politica e sociale, creano disagio agli occhi di chi vuole  “ordine e disciplina”, atti a ridurre ai margini di una società chi lotta per la sopravvivenza o chi  non vuole omologarsi. Si autoalimenta il rancore, l’odio e la paura del “diverso”, si creano percezioni fuorvianti  strategicamente innescate  per perpetuare la brutale ingiustizia sociale che vige ormai ovunque.

Anche il sindaco Pasquali ha pensato bene di saltare sul carro dei “vincenti” inserendo nel regolamento comunale il DASPO, già utilizzato  per allontanare un mendicante che chiedeva l’elemosina. Pasquali, definito recentemente dai suoi vecchi amici leghisti, un uomo dalle convinzioni politiche interscambiabili spesso pronto ai “cambi di casacca”, si rammarica di aver vinto le scorse elezioni comunali senza un confronto democratico. Allora  come mai  in un comune così amante della convivenza “democratica”, vige dal mese di agosto un regolamento che ricorda i tempi bui della nostra Storia? Un regolamento in grado di negare tutte le piazze del paese a chi osa  esprimere idee non in linea con le politiche comunali (per l’occupazione di suolo pubblico è indispensabile ottenere il patrocinio). Ma si sa l’ importante è presentarsi come  sindaco antifascista inaugurando, al fianco dell’ANPI, le lapidi in ricordo dei partigiani caduti per la libertà. L’ importante è presentarsi come sindaco ambientalista che ha sempre sostenuto ad oltranza l’eco-mostro del “Villaggio delle terme”, ovverosia gli scheletri di cemento che possiamo “ammirare” prima di Bobbio provenendo da Marsaglia. L’importante è cementificare il territorio (in arrivo nuovi edifici  a scopo abitativo a dir poco inutili  visto il numero di  appartamenti disabitati). L’importante è la politica dell’estetica, del bello, dell’immagine “democratica” per una città vetrina.

Pensavate di averci ridotto al silenzio? Siamo ancora qui, alla faccia di chi pensava di intimorirci per mezzo di  una multa per attacchinaggio (da parte della polizia municipale di Bobbio), una pesante contravvenzione stradale palesemente ingiustificata (da parte dei carabinieri) e una denuncia per diffamazione (da parte del sindaco). Partecipa alle prossime iniziative pubbliche. L’indifferenza è complicità!         

 LE  PIAZZE  DI  BOBBIO  DEVONO  TORNARE  A DISPOSIZIONE  DI  TUTTI, TRANNE  PER  I  FASCISTI!

        COMITATO  EMILIO  CANZI